LUOGHI DI INTERESSE STORICO-ARTISTICO E ARCHITETTONICO
Chiesa Santa Maria del Colle
Importante architettura religiosa cattolica a pianta basilicale a croce latina, con navata centrale, due laterali, divise da possenti pilastri, transetto, abside profonda, sacrestia e locali annessi. E' situata nella piazza principale del paese, Piazza Umberto I, ai piedi della collina che ospita la parte più antica di Mormanno.
La chiesa è dedicata a Santa Maria del Colle e, nella sua lunga storia, ha visto il sovrapporsi di tre edifici religiosi, il più antico dei quali risalirebbe al XIV secolo. La seconda chiesa venne costruita a partire dalla metà del XV secolo, e la terza, per tutto il 1700 sulle fondamenta della seconda. Tracce del primo e del secondo edificio si possono osservare nelle attuali e interessanti cripte.
L’impianto della chiesa è rettangolare, lunga 50 metri per 31 di larghezza, suddiviso in tre navate da pilastri e sormontato da cupola.
Le navate laterali hanno soffitti a vela portanti, mentre la navata centrale ampia e luminosissima, è coperta da una volta a botte portante e ornata da stucchi, e da organo a sinistra e pulpito a destra di notevole e pregevole valore artistico attribuibili a fiorenti botteghe di intaglio ligneo operose dal XVI secolo (Non si hanno notizie certe ma avrebbero potuto esser realizzate anche con il contributo della bottega Fusco di Morano.)
Nel grandioso presbiterio, è ospitato l’altare maggiore, in marmi policromi del primo Settecento, realizzato a Napoli da valenti artigiani.
Dietro l’altare si trova l’abside semicircolare con il coro ligneo ottocentesco sormontato dalla grande pala d’altare raffigurante la Comunione degli Apostoli di Francesco Oliva di Mormanno.
In alto, su un deambulatorio, è posta una nicchia con la statua della Madonna col Bambino realizzata in calce e pietre con parti modellate in stucco e rifiniture in legno, tela gessata e carta pesta. E’ l’antica statua di Santa Maria del Colle da cui prende nome la chiesa e la Parrocchia.
Colpita dal terremoto del 1693, venne ricostruita e riconsacrata il 5 Settembre 1790 da S.E. Mons. Paolino Pace, Vescovo di Vico Equense e cittadino di Mormanno.
La facciata di stile tardo barocco, è attribuita a tal Vito Scardino e suo figlio Pietro da Padula, trasferitisi a Mormanno proprio per la costruzione della chiesa.
Realizzata in travertino squadrato, dalla particolare composizione stratigrafica e dal colore giallo ocra, proveniente da cave locali.
I tre portali, due laterali di medesima ampiezza e uno centrale molto più grande delimitato da una cornice in pietra scolpita di fattura barocca, sono sormontati da finestroni tribolati, distanziati da lesene e nicchie, su di essi si trovano gli stemmi delle tre confraternite di Mormanno (istituzioni con speciali statuti approvati dal Re di Napoli il 17 febbraio del 1777):
al centro la “Confraternita del Santissimo Sacramento”, (pure ricordata in un dipinto che si trova sul pannello situato sulla tastiera dell’organo)
a sinistra quella della “Buonamorte” o degli “Agonizzanti”
e a destra quella delle “Anime del Purgatorio” (lo stesso cartiglio si trova sul portale della chiesa della Madonna del Suffragio)
Spicca su di essa un finestrone colorato dell’Assunta in gloria, ai lati del quale in due nicchie, le statue di San Paolo e San Pietro.
Le fondazioni, in parte evidenti dalle cripte risanate, sono in pietrame misto e calce, poggianti su roccia viva affiorante.
La struttura è il rifacimento barocco di una chiesa più antica della quale resta il campanile.
La pianta è a croce latina e l’interno è decorato da molte opere pertinenti al barocco,
ricordiamo:
il maestoso altare maggiore in marmi colorati -1720-
e il fonte battesimale HOC OPUS F.F. ECCLESIA TERRE MIROMAGNI 1578, a cui successivamente venne aggiunto un cappello ligneo, ha la vasca in marmo figurato. Poggia su di una colonna a fusto scanalato che sostiene una vasca esagonale racchiusa da pannelli di marmo decorato. Sul primo a partir da sinistra, leggiamo che l’opera fu fatta appositamente per Mormanno. Le scene scolpite in essa: il Sacrificio di Abramo, la Samaritana al pozzo, il Battesimo di Gesù. Tale opera, tra le più antiche, è di un pregio notevole ed unico.
Il tesoro della chiesa racchiude anche una serie di preziosi arredi argentei tra i quali spiccano una croce processionale del XVII secolo e un calice riccamente lavorato, nonché antichi paramenti sacri ricamati.
La chiesa è stata più volte oggetto di interventi di ripristino a seguito degli eventi sismici del 1982, 1998 e 2012.
Ph Roberta Cersosimo
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Ph Roberta Cersosimo
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Cripte e Campanile Santa Maria del Colle
La Chiesa si fonda su preesistenti cripte, risanate, consolidate ed aperte al pubblico dopo l’intervento di restauro ultimato nel 1997, per molti anni infatti vennero utilizzate come luogo di sepoltura ed il ritrovamento di innumerevoli resti lo testimoniano. Le salme dei defunti venivano calate da apposite botole, visibili ancora oggi sul pavimento delle navate, ed erano adagiate una sull’altra.
Negli ambienti sotterranei oltre ai sedili funebri, le colonne di tufo e le volte a crociera, si conservano i resti della prima chiesa con gli altari parzialmente affrescati.
La cripta più antica è posta al centro della navata centrale, dove sono evidenti i lavori di realizzazione del nuovo manufatto presentando le fondazioni dei piloni della navata centrale in pietra calcarea e tufo di notevoli dimensioni.
Pareti, muri e volte indicano molte realtà e diversi riferimenti cronologici, susseguitesi nel corso dei tempi, per adattare gli spazi alle varie epoche.
Della Chiesa originaria rimane:
il campanile, forato da un passaggio archiacuto, posto sul lato destro del complesso su un possente arcone protogotico, mostra in una nicchia una preziosa statua in pietra arenaria raffigurante la Madonna in trono con Bambino databile tra la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400 (opera tra le più antiche). E’ l’unica parte medievale rimasta nella ricostruzione della chiesa. La parte alta venne rifatta a causa di un disastroso crollo, nel tardo Settecento.
Nelle solennità, un particolare concerto delle campane suonate a mano si estende su tutta la valle.
ed i locali della proto-chiesa, locali parzialmente ipogei, e composti da varie stanze, non tutte comunicanti tra loro.
Ph Giuseppe Fortunato |
Ph Giuseppe Fortunato |
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Ph Roberta Cersosimo
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Faro Votivo
In un punto panoramico, visibile da qualsiasi angolo del paese, la località Torretta, fa bella mostra di sé un faro, costruzione rara in Italia, in un paese di montagna: il Faro Votivo, un importante monumento eretto in onore dei soldati calabresi (circa 20mila) in esso si custodiscono cimeli e memorie delle 11 medaglie d’oro al valor militare e dei corregionali che caddero nella Grande Guerra 1915-1918. Ecco la sua storia.
Tra il 1925 ed 1927 in seguito alla proposta del Comitato Pro Mormanno di ricordare, insieme ai caduti mormannesi anche tutti quelli calabresi della Grande Guerra si decise di elevare loro un monumento che ne perpetuasse il valore e la memoria. Si scelse di utilizzare un vecchio e cadente campanile conosciuto come Torretta antistante una romita chiesetta esistente dal 1689 già dedicata alla Madonna del Soccorso e situata in un punto strategico rappresentato da uno sprone del Monte San Michele che dominava e domina tutta la vallata e dalla cui cima lo sguardo spazia anche nella confinante Lucania.
Tutta la comunità mormannese sostenne questa idea caldeggiata con entusiasmo dall’Avvocato Vincenzo Minervini, Presidente del sodalizio che ricopriva allora anche la carica di Presidente della Deputazione Provinciale di Cosenza. Fu tale l‘entusiasmo che con appena tredici mila lire, si stipulò un contratto di edificazione con l’impresa Candoni di Roma e si iniziarono subito i lavori che si conclusero il 1928.
Il Comitato approvò il progetto del mormannese ing. Gugliemo Pandolfi che si ispirò idealmente all'imponente sacrario militare del Monte Pasubio.
In itinere, su richiesta e sollecitazioni del Minervini, le tre Province calabre contribuirono ad integrare la somma che raggiunse le 100.000 lire permettendo la fine dei lavori e l’abbellimento del posto. La solidarietà fu generosa anche da parte dei mormannesi non residenti e soprattutto dagli emigrati. Arrivarono diverse offerte.
Quanto alla sua architettura, una scalinata conduce al portico, formato da archi a tutto sesto sormontati da una torre a due piani. Al primo piano si apre una monofora su ciascun lato, e sopra l'arco principale, si possono ammirare due cannoni di bronzo ed un'elica risalenti alla Grande Guerra. Il secondo piano è dotato di una balaustra formata da tre colonne per lato in stile dorico, sul quale la costruzione termina con una piccola base poligonale sulla quale poggia il vero e proprio faro.
Il 5 dicembre 1938 il Ministero dell’Aeronautica segnalò il faro di Mormanno come punto di riferimento per la navigazione aerea e vi fu installato anche un busto in bronzo, opera dello scultore Francesco Paonessa, che raffigura l'avvocato Gaetano Alberti (1878-1915), giovane sindaco di Mormanno, che lasciò la sua carica per partecipare alla Grande Guerra: cadde in combattimento e gli fu attribuita la medaglia d'oro al valor militare.
Il monumento fu per molti anni gestito e curato dal Comitato e dai suoi Presidenti fino al 1960, quando, mutati i tempi, il presidente pro tempore, allora ins Luigi Paternostro, consegnò il Patrimonio al Comune di Mormanno nella persona del Sindaco Rag. Angelo Donnici. Agli atti del comune risulta questo passaggio di consegne.
Il Comitato fece consegna, oltre che del Faro Votivo, della lapide alla memoria di 108 caduti mormannesi, del Parco delle Rimembranze, del bosco del littorio, dei campi sportivi, dei viali e della voliera al Podestà di Mormanno, mentre l’asilo notturno e la scuola all’aperto vennero consegnati al Presidente della Congregazione di Carità e infine una croce monumentale alta 10 metri elevata su monte San Michele venne donata all’Arciprete.
Il faro ha accolto intorno a se benefiche istituzioni: Colonia elioterapica, Scuola all'aperto per fanciulli, Ricovero di mendicità per i vecchi, divenendo così anche un monumento di filantropia e di elevamento spirituale. Nei tre simboli della gioventù eroica, della vecchiaia serena, della fanciullezza ardente, esso riassume la maggior potenza della patria, nella gloria del passato, nei cimenti dell'avvenire e nella tragica solennità della morte rinnova la linfa feconda della nuova vita.
Oggi il Faro Votivo, quale luogo di interesse storico, artistico e architettonico, è divenuto il “simbolo-icona” del borgo, tant’è che viene utilizzato in vari loghi come quello ad es. del Gruppo Folkloristico Miromagnum che da 40 anni porta avanti la tradizione mormannese a livelli nazionali ed internazionali, in vari souvenir, e, come identificativo del territorio, sulla segnaletica autostradale, come richiamo turistico.
Nell’immaginario collettivo, da sempre il faro è visto come punto di luce e di riferimento, quasi una torre/cattedrale del mare, quello di Mormanno è invece una bella eccezione di faro in terra che domina maestoso la montagna e il centro abitato: punto panoramico, di giorno da avvistare da qualsiasi angolo del paese, di notte autentico faro terreno la cui luce, che si accende di diversi significati, rende suggestiva la sua visione notturna, illuminando ogni cosa fa rivivere la memoria storica del popolo mormannese depositario di nobilissime tradizioni culturali. Dalla lanterna un fascio di luce si protende nella valle e nel suo moto girevole accarezza e protegge monti e convalli.
Costeggia il monumento, che regala una vista spettacolare su un panorama bellissimo un ampio Parco delle Rimembranze, attraversato da un sentiero, che, attraversando una collina boscosa, nota come Montagnella, sbocca in Via San Biase cui si ricongiunge.
Ph Roberta Cersosimo
Ph Roberta Cersosimo
Ph Rocco Lategano |
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Montagnella e Orto Botanico
Punto di riferimento naturale della comunità, l’area a ridosso del Faro Votivo di Mormanno, oggi riqualificata grazie ad un massiccio intervento dell'Amministrazione Comunale in carica, è diventata il polmone verde del paese.
Una lunga passeggiata partendo dal Parco delle Rimembranze nella “Montagnella” farà apprezzare ancora di più il borgo e la sua particolarità.
Nell’attiguo Orto Botanico intitolato a “Biagio Longo”, studioso lainese di botanica che ha dato il via allo studio e alla osservazione delle piante del Pollino ed al quale si deve la determinazione scientifica del Pino Loricato simbolo del Parco Nazionale del Pollino di cui Mormanno rappresenta il cuore pulsante, sono state messe a dimora nuove piante grazie al progetto dei nuovi nati, piantare infatti un nuovo albero per ogni bambino è un gesto d’amore nei confronti di tutti!
Con il ripristino di detta area si è inteso assicurare ancor di più aria salubre e qualità ambientale per chi vive o visita Mormanno.
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Chiesa di San Rocco
Il tempio dedicato a San Rocco è del 1885. La facciata del 1897. L’ingresso è preceduto da un’ampia scalinata a forma semicircolare. Al centro della facciata un’unica porta immette nell’interno. Subito di fronte l’altare maggiore in marmi bianchi e colorati, dietro il quale vi è una piccola abside. Alle sue pareti numerosi sono gli ex-voto. Ai fianchi della navata a destra e sinistra due altari dedicati rispettivamente a San Giuseppe e alla Vergine conservano in nicchia i loro simulacri. In alto nell’abside, una statua di San Rocco, protettore del paese. E’ conservata in chiesa un’altra statua del santo che viene portata in processione nel giorno della sua festa. Sulla porta, sostenuta da tre colonne in ferro unite da archi, è posta una cantoria contenente un organo costruito da artigiani meridionali.
Tutto il complesso è inserito in una villa alberata al cui centro è una vasca e più in là un gazebo. Intorno panche in legno e sedili. L’area è racchiusa da una caratteristica balaustra in ghisa.
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Ph Giuseppe Fortunato |
Chiesa di Santa Maria Goretti
Chiesa e nuovo complesso parrocchiale di prossima apertura, costruito al posto della preesistente Chiesa di Santa Maria Goretti edificata nell’anno 1983 e aperta al culto nel 1984, sorta a ridosso dell’ex Stazione Ferroviaria di Mormanno, in un locale di loro proprietà ad opera del compianto sac. Don Franco Perrone e dei suoi parrocchiani, seconda Chiesa Parrocchiale del paese, per più di trent’anni luogo di preghiera e di tante attività di accoglienza, soprattutto per tanti giovani di Mormanno.
Si tratta di un progetto molto innovativo dell’architettura ecclesiale a firma di Mario Cucinella, con opere artistiche del maestro Maraniello, un importante obiettivo prefissato dalla CEI che ha bandito apposito concorso (Progetto Pilota anno 2011 CEI)
La Chiesa ed il complesso parrocchiale risultanti vincitori sviluppa in due parti: una piastra formata da differenti volumi che gravitano attorno a un patio e il corpo dell’aula liturgica vera e propria che emerge come oggetto architettonico unico.
La facciata principale è caratterizzata da un andamento curvilineo che nei giochi dei volumi forma una croce, che insieme all’ingresso definiscono i principali segni di riconoscibilità della cristianità e dei luoghi del culto.
La pianta dalla forma organica è disegnata partendo dalle curve di alcune delle più belle chiese barocche, venendo a creare una pianta monumentale e dinamica in cui lo spazio centrale si confronta e si rapporta in maniera differente con le cappelle laterali.
Le opere d’arte sono state ideate tenendo conto del progetto architettonico e delle sedi indicate per la loro destinazione. L’intento è stato quello di far convivere in modo armonico le due discipline senza tradirne l’autonomia. Per questo, ci si è avvalso di materiali legati alla tradizione come il marmo, il bronzo e il mosaico che si confrontano e dialogano con l’eco del barocco che si percepisce nell’innovativo carattere dell’architettura. Molte le opere vicine alle forme fluide delle pareti della cappella, come l’Ambone, la figura della Vergine Maria, la Custodia Eucaristica e il Fonte Battesimale.
Gli edifici sono stati progettati secondo i principi della progettazione passiva per attingere alle risorse naturali: “essi infatti ‘respirano’ grazie alla ventilazione e sono illuminati naturalmente, limitando il ricorso agli impianti meccanici e promuovendo un rapporto armonioso con il creato” …dichiara Cucinella.
La copertura è stata realizzata con un tetto verde coltivato.
Gli spazi comuni, che si articolano attorno alla corte interna, sono caratterizzati da pareti vetrate con ampia vista sulla vallata
Il corpo della chiesa è stato realizzato con murature in calcestruzzo armato lasciato a vista con copertura in legno lamellare. Non essendoci una vera e propria torre campanaria, bensì campane a vela, sono state incastonate nella parete della Chiesa e nascoste da una parete in muratura.
Dal punto di vista distributivo la Chiesa si compone di un aula centrale su cui si aprono cappelle laterali ospitanti i differenti poli liturgici, mentre nelle zone interstiziali fra i due setti murari sono posizionati gli spazi di servizio.
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Ph Tonino Cattolico |
Chiesa Santa Maria degli Angeli
La costruzione risale al 1579 quale chiesa dell'annesso convento dei cappuccini. L'interno è a due navate e la pianta è a croce latina.
Tra gli arredi sono rilevanti: un ciborio intagliato ed intarsiato con legni diversi e madre perla, un altare ligneo dipinto e dorato, un pulpito pensile ligneo
Già giuspatronale dei baroni Tufarelli, si trova nella parte alta della Via Municipale all’ingresso sud del centro storico e conserva pregevoli opere. La facciata è caratterizzata da un rosone in pietra bianca di eccellente fattura. L’altare maggiore ha le caratteristiche costruttive di tutti gli altari francescani. In alto su un cartiglio centrale è dipinto l’Eterno, nei due laterali, l’Angelo Gabriele e l’Annunziata. Al centro è posta una statua della Vergine, circondata da cherubini in volo. La due nicchie contengono ciascuna una teca che conserva reliquie. Sullo stesso altare al posto del ciborio, trovasi un tabernacolo in legno intarsiato e dipinto, opera di grande pregio e fattura. Il paliotto, con motivi floreali su fondo nero, è datato 1777. Quattro statue lignee, anch’esse opera di artigiani guidati dai frati, rappresentano, S.Fedele, S.Felice, S.Antonio e S.Francesco. Un olio su tela di un discreto artista meridionale ci mostra La morte di San Giuseppe. In essa oltre a pregevoli lavori di intaglio in legno, sulla parete di sinistra il pulpito e un bel frammento di affresco, raffigurante il volto della Vergine. Due acquasantiere di pietra nera a forma di valva di conchiglia poste a destra e a sinistra della navata centrale.
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Chiesa del Suffragio
Piccolo gioiello che si incontra sul corso principale che porta al centro del paese. Edificata nel 1670, qui si riunivano i devoti della Congregazione del Purgatorio ricordata nel cartiglio in pietra posto all’ingresso. Spicca su una piccola rampa di scale che conduce al piccolo portale in pietra locale. Il soffitto con volta a botte è decorato da stucchi e affrescato. L’area dell’abside, anch’essa voltata a botte, presenta un ciclo di affreschi dei due Galtieri, tutto un omaggio alla Vergine, si parte infatti dalla sua nascita, parete di sinistra e dalla sua presentazione al tempio, parete di destra, per arrivare, nella parte centrale, alla sua Gloria. Sotto i piedi di Maria un angelo versa acqua alle anime purganti che protendono le braccia verso l’alto in fervente preghiera. I tre episodi sono racchiusi in cornici. Si notano qua e là alcuni nudi, cosa inconsueta nella pittura sacra, confusi tra angeli e nuvole. Pregevole l’altare ligneo al centro del quale è posta la Madonna del latte. Nella parte centrale della chiesa, in due ovali, Genesio Galtieri dipinge l’Arcangelo Michele, che scaccia con la spada il demonio, nell’altro La Madonna del suffragio tra due confratelli (omaggio alla Confraternita)
Ph Paola Apollaro |
Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria
Unico esemplare di arte bizantina, si tratta di un semplice edificio orientato ad est così come stabilito dalla tradizione bizantina. L’attuale cappella doveva essere molto più ampia di quanto oggi rimane. Ha una pianta e un’alzata fuori dal comune. Dentro trova posto un piccolo santuario un po’ sopraelevato con una volta a botte collocata sotto un tetto a due spioventi. All’interno della chiesa vi è un dipinto raffigurante la Santa, Vergine degli Angeli.
Chiesa dell'Annunziata
Originariamente di San Biagio è la più antica del paese, fondata in epoca medievale, posta nella parte più alta dell’abitato, fu edificata per volontà del Vescovo Rossi, di stile sobrio e semplice richiama forme romaniche. Al suo interno sono custodite tele del XVII e XVIII secolo e dipinti su rame del XVIII sec.
Oggetto di diversi lavori di ristrutturazione, della struttura originaria rimane solo la torre campanaria romanica. Il portale in legno, rifatto nel 1931, rifinito in pietra di tufo scanalata, risale al 1400. L’altare è in marmo e stucco ed è sormontato dallo stemma del Vescovo. La chiesa conserva un organo a canne posto sopra la cantoria lignea a ridosso dell’ingresso principale e dipinti raffiguranti l’Arcangelo Gabriele, l’Annunciazione, e l’Adorazione dei Magi, opere di artisti meridionali del XVIII sec. ca. (qualcuno trasferito nella Matrice). Per raggiungere questa chiesetta, si devono salire molti gradini costruiti in pietra tipica di questa zona. E’ circondata da case molto antiche: palazzo Baronale Fazio, palazzo Capalbi, palazzo Perrone. Sulla parte più alta del Colle si intravede qualche rudere dell’antico Castello, costruito al tempo di Federico II dagli stessi maestri che edificarono quello di Rocca Imperiale.
Cappella di San Michele
Di origini remote, il cui interno è formato da un’unica navata. Custodisce due affreschi di forma ovale del XVIII sec. posti vicino l’altare maggiore in pietra scanalata. Della cappella non si hanno grandi informazioni sulla costruzione, in essa si trova un frammento di una scultura in marmo bianco raffigurante una colomba con due teste di cherubini; un’acquasantiera del XVII sec. decorata ai lati da due rosette a rilievo. La statua in pietra arenaria raffigurante San Michele Arcangelo, nell’atto di colpire con la spada il demonio atterrato ai suoi piedi, si trova ora presso la Matrice.
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Cappella di Sant’Apollonia
Costruita nella parte antica del paese alle pendici del rione Costa, per raggiungerla bisogna insinuarsi per vie strette, le case che le sovrastano sono grigie e accostate tra loro e qualche volta unite da bassi archi impreziositi da finestrine che richiamano nei particolari, le costruzioni duecentesche. Al suo interno si possono ammirare un ciclo di affreschi del XVIII sec. rappresentanti il martirio della Santa attribuiti all’artista mormannese Angelo Galtieri.
Chiesa del Perpetuo Soccorso
Edificata da un eremita spagnolo presumibilmente nel sec. XVII. L’interno a tre navate, conserva l’altare in marmo colorato dell’inizio dell’Ottocento con uno splendido ciborio decorato. Al posto dell’antica torretta che antistava la chiesa oggi, svetta un Faro votivo ai caduti di guerra costruito nel 1928.
Ph Lucio Goffredo Bloise
Ph Carlo Russo
Cappella della Madonna della Catena
E’ una cappella di campagna, situata lungo la Statale 504 a circa 5km dal paese con un area circostante recentemente ristrutturata. Conserva un frammento di un affresco attualmente incastonato su di una lastra di cemento, risalente al periodo pompeiano.
Cappella di San Nicola
E’ pervenuta alla famiglia Perrone nell’800. Contiene tre altari su ognuno dei quali è posta una tela:
Madonna del Monte Oliveto e Santi, sull’altare maggiore;
S.Anna che istruisce la Vergine Bambina subito a destra;
la Madonna del Rosario e quattro Santi, in una piccola navata a sinistra.
Cappella del Crocifisso
Originariamente era una piccola edicola posta nel luogo che permetteva l’uscita dal paese per chi si dirigeva verso le campagne. Negli anni ‘40/’50 fu fatta rifare dal concittadino Salvatore D’Alessandro recuperando solo un bassorilievo che fece collocare sulla parete esterna.
Chiesa di S.Anna
Sulla parete d’ingresso posto in un ovale vi è un affresco non decifrabile, sul bel portale in pietra locale è posto uno stemma datato 1769. Nell’interno vi è un altare in pietra sul quale vi era un quadro della Madonna del Carmine ora custodito nella sacrestia della matrice, insieme ad un corpo ligneo del XVIII secolo che rappresenta S. Anna e Maria bambina.
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Chiesa di San Francesco
Pervenuta alla famiglia Sarno e poi ai D’Alessandro. I gradini, gli stipiti, gli archi e le lesene della porta sono stati fatti con la stessa pietra usata per gli identici pezzi della matrice. Ospita un dipinto forse parte di un polittico, custodito nel Museo Diocesano di Cassano allo Ionio, raffigurante una Madonna leggente. Il gesso che orna l’altare contiene in alto la stessa arme della famiglia Sarno. All’interno è anche presente un quadro con simboli che identificano i nobili locali. Due leoni araldici posti sotto una palma a richiamare le origini cavalleresche della famiglia. Il tetto è sovrastato dalla corona dei nobili Sarno. Di particolare interesse i resti della pavimentazione maiolicata.
Chiesa di San Raffaele
Nota da tempo come cappella dell’Immacolata, appartenne alla Confraternita del Sacramento. La si può trovare attraversando il corso principale in via Alighieri. All’interno, spoglio e non decorato, vi è un altare in marmo policromo intarsiato e sopra di esso la raffigurazione di uno dei quattro arcangeli: Raffaele luce di Dio. L’angelo è raffigurato sul fondo mentre indica il cammino alle anime del Purgatorio. Alla chiesa si accede da un portale in pietra che riporta nel concio di chiave, teschio e ossa a richiamare proprio le anime del Purgatorio.
Cappella di San Giuseppe
Appartiene alla famiglia degli Alberti al cui palazzo risulta annessa, da cui la “A” in ferro battuto posta sul portone d’ingresso. La chiesa presenta una piccola struttura di forma semplice con l’altare addossato alla parete di fondo realizzato in legno dipinto, su cui è posta una statua col Santo.
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Chiesa di Santa Filomena
ex proprietà Rossi, è stata completamente distrutta dal terremoto del 2012
Ph Roberta Cersosimo
Cappella di San Giovanni
Appartenente alla famiglia dei Capalbi.
Ph Roberta Cersosimo